Sua Maestà, il Sole, ha volute celebrare l’anno nuovo con uno spettacolo degno di nota. Proprio il primo gennaio ha fatto la sua comparsa sull’orizzonte occidentale della nostra stella una delle macchie solari (sunspot) più grandi dell’ultimo decennio. La macchia è composta da diversi spot scuri, di cui il più esteso misura approssimativamente quanto due Terre, mentre tutta la configurazione si estende per una lunghezza pari a circa sette volte il diametro del nostro pianeta. La macchia solare è stata catalogata come AR1944, dove il prefisso sta per regione attiva: oltre alla macchia vera e propria sulla superficie (che appare più scura in quanto più fredda delle zone circostanti), la regione attiva comprende anche parti dell’atmosfera soprastante, in particolare della corona.
Come suggerisce il nome, le regioni attive possono originare alcune tra le più potenti esplosioni solari: i brillamenti (flare), che sprigionano intense emissioni di radiazione a causa del rilascio di energia magnetica, o le espulsioni di massa coronale (CME), che catapultano nello spazio gigantesche nubi di materiale solare.
La rotazione del Sole ha portato AR1944 a trovarsi in questi giorni in bella vista proprio al centro del disco, un palcoscenico perfetto per i fuochi d‘artificio che sono seguiti. Il 7 gennaio, nei paraggi della nuova grande macchia solare, sono stati infatti registrati due flare, di cui il secondo è stato catalogato di classe X 1.2 , dove la lettera X denota la classe di emissioni più intense. Si è quindi trattato del primo flare significativo dell’anno appena iniziato.
Trattato dalla rivista Coelum
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Gigantesca macchia solare e flare X
Sua Maestà, il Sole, ha volute celebrare l’anno nuovo con uno spettacolo degno di nota. Proprio il primo gennaio ha fatto la sua comparsa sull’orizzonte occidentale della nostra stella una delle macchie solari (sunspot) più grandi dell’ultimo decennio. La macchia è composta da diversi spot scuri, di cui il più esteso misura approssimativamente quanto due Terre, mentre tutta la configurazione si estende per una lunghezza pari a circa sette volte il diametro del nostro pianeta. La macchia solare è stata catalogata come AR1944, dove il prefisso sta per regione attiva: oltre alla macchia vera e propria sulla superficie (che appare più scura in quanto più fredda delle zone circostanti), la regione attiva comprende anche parti dell’atmosfera soprastante, in particolare della corona.
Come suggerisce il nome, le regioni attive possono originare alcune tra le più potenti esplosioni solari: i brillamenti (flare), che sprigionano intense emissioni di radiazione a causa del rilascio di energia magnetica, o le espulsioni di massa coronale (CME), che catapultano nello spazio gigantesche nubi di materiale solare.
La rotazione del Sole ha portato AR1944 a trovarsi in questi giorni in bella vista proprio al centro del disco, un palcoscenico perfetto per i fuochi d‘artificio che sono seguiti. Il 7 gennaio, nei paraggi della nuova grande macchia solare, sono stati infatti registrati due flare, di cui il secondo è stato catalogato di classe X 1.2 , dove la lettera X denota la classe di emissioni più intense. Si è quindi trattato del primo flare significativo dell’anno appena iniziato.
Trattato dalla rivista Coelum